La
strana storia della zuppa Nientescluso, cantastorie del paese di
Tuttomondo
Nientescluso
era una strana zuppa. Era nata con dentro tutti i pesci di tutte le
acque di tutti i pianeti dell' immaginosfera.
Questo
fatto le aveva creato non pochi problemi, a Mondoquì.
A
farla breve, succedeva ogni volta la stessa cosa: se qualcuno
voleva una zuppa di gamberi si trovava davanti quella di polpo, se la
voleva di cozze finiva per mangiarne una di scorfano.
A
volte dimenticava di chiudere il coperchio e allora poteva capitarci
dentro di tutto che fosse commestibile in cucina.
Le
altre zuppe e i brodetti loro compagni la mantenevano ad una certa
distanza convinti che avesse più di qualche rotella fuori posto.
"Mondoquì segue delle regole semplicissime e logiche...perché
ti ostini a non rispettarle? Capisci che lo diciamo per il tuo bene?
Quel che fai non ha senso!"
Nientescluso
era molto triste. Poi accadde l'imprevedibile. Nella zuppa quel
giorno avrebbe dovuto esserci una gallinella di mare e invece ne
saltò fuori una razza. "Se vuoi cambiare punto di vista segui
la Via di Altrove e raggiungi il Cavalcavia di Tuttomondo presso il
raccordo di Mondomezzo e passaci sotto".
Nientescluso
riflettè rapidamente sulla questione ed in men che non si dica fu in
viaggio.
Vide
da lontano il Cavalcavia di Tuttomondo e si mise a correre dalla
felicità, ma non appena vi entrò si accorse che il raccordo di
Mondomezzo con tutto il suo traffico era sia sopra che sotto di lei,
come se la Via di Altrove fosse un grande, lungo specchio. E lei
stessa camminava sia a testa sopra che a testa sotto, in base al
punto di vista da cui valutava la cosa.
Attraversato
il sottopasso, capì definitivamente che tutto era rovesciato, perché
camminava nella direzione opposta a prima, come se stesse tornando
indietro....dentro di lei però una strana sensazione di leggerezza
le dava la certezza di star procedendo con infallibile orientamento.
Passò
la notte in una locanda della città di Qui, cullata dallo scorrere
lento delle acque del fiume Lì.
L'indomani
ripartì. Arrivò presso una grande distesa sabbiosa che guardava al
Grande Oceano e camminò a lungo accanto alle onde, trasognata. Non
capì esattamente come accadde, si trovò a chiacchierare con un
nasone di nome Jo. Si presero per mano e in un attimo erano
affacciati su una scogliera rosa coperta da felci di un verde
accecante. Il mare cantava e la notte scendeva di nuovo. Nientescluso
sapeva che qualcosa dentro di lei stava cambiando.
Quando
si risvegliò era su uno dei moli di un grande porto che sembrava
essere stato costruito sulla punta del mondo. Si fermò a fare
amicizia in un'osteria lì vicino e riconobbe Bimbiribella, l'unica
abitante di Mondoquì che mai aveva protestato per la mancanza di
autocontrollo di Nientescluso, anzi, la trovava geniale.
Bimbiribella
le disse di guardarsi dentro e cercare il suo mondo reale. Solo così
avrebbe potuto capire se stessa e andare in cerca della felicità.
Nientescluso
sbirciò nella sua ciotola traboccante e tutto cominciò a scorrere
alla velocità della luce, risucchiandola.
In
principio finì sulla testa di uno strano tizio di nome Ho.
Poi
in mezzo all'erica su un altissimo precipizio battuto dal vento in
tempesta.
Partecipò
ad un falò sotto un arco di sabbia e si riposò sotto una cupola di
stelle cadenti. Ancora, si trovò a saltellare su una spiaggia di
cubi di roccia neri...e per poco non cadeva giù da quel ponte di
corda sospeso in mezzo alle onde del mare comparso all'improvviso
sotto i suoi piedi.
E
vide chiaramente e comprese.
L'intera
vita era UNA QUESTIONE DI PUNTI DI VISTA, come la geografia.
Mondoquì
e Mondolì erano solo due facce dello stesso paese di Tuttomondo.
Ma
solo chi fosse riuscito ad ascoltare avrebbe potuto vedere. Ed ammettere che quello che vedeva esisteva per davvero.
Fu
così che Nientescluso decise di tornare a fare la Zuppa, ma in modo
del tutto nuovo e speciale: con le sue bizzarrie avrebbe raccontato
agli abitanti di Mondoquì l'emozione del viaggio e a quelli di
Mondolì quanto è facile smarrirsi.